Foto di ELENA BONO: poetessa, drammaturga, scrittrice

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Presentazione

di Stefania Venturino

"Il problema è quello della scelta.
Il bene è scelta difficile"
(Elena Bono)

Tutta l’ars poetica di Elena Bono, certamente ispirata ai più alti livelli lirici, è possibile grazie ad una meticolosa, dotta ed attentissima ricerca linguistica per la quale fondamentale risulta essere la sua profonda cultura classica assorbita fin da bambina dal padre Francesco Bono, preside di Liceo ed insigne grecista e latinista.

Molte opere della Bono nascono, come lei stessa ha spesso raccontato, da visioni interiori, dall’ascolto di voci che improvvisamente le si imponevano chiedendole di esprimersi, parlare, rivelarsi e rivelare la realtà dalla quale scaturiscono e verso la quale tendono.

Una scrittrice, si auto-definiva la Bono, che presta la sua penna per dare voce ai suoi personaggi, grandi e piccoli, potenti e poveri, ma tutti a loro modo protagonisti della storia che, nel qui ed ora, rivela in controluce la presenza della trascendenza, di una provvidenza divina, discreta e potente, che rappresenta la costante e fiduciosa “attesa” della nostra risposta da parte di Dio. “Il problema è quello della scelta – aveva detto la Bono in una delle sue ultime interviste – Il bene è la scelta difficile”.

E’ impegnativo e faticoso il lavoro del poeta che, dall’ascolto di un suono e di un vociare spesso indistinto, giunge all’individuazione di ogni singola parola, del personaggio nel suo preciso contesto storico, della sua parlata e dei dialetti: ogni opera di Elena Bono è, alla fine, un distillato finissimo e puro di parole, “pietre buone" con le quali gli uomini si edificano dal di dentro e fra loro, chiamati ciascuno a prendere parte, la propria unica e responsabile parte, alla storia della propria epoca.

Elena Bono è stata certamente una delle più grandi scrittrici e potesse italiane ed è considerata "la scrittrice italiana più importante della seconda metà del XX secolo" (Giovanni Casoli, "Novecento letterario italiano ed europeo" – Ed. Città Nuova 2002).

Su di lei e sulle sue opere sono stati scritti innumerevoli articoli, saggi critici e pubblicazioni nonché studi e tesi di laurea. E’ stata tradotta in molte lingue, apprezzata e rappresentata anche all’estero. Ha ricevuto importanti premi e riconoscimenti, letterari ed onorifici, fra cui quello di Commendatore della Repubblica nell’Aprile del 2005, durante la Presidenza di Carlo Azeglio Ciampi e il primo Governo Berlusconi.

Tuttavia, nonostante la straordinaria grandezza e bellezza delle sue opere, che pure numerosi appassionati estimatori le ha procurato, Elena Bono resta ancora una scrittrice praticamente quasi sconosciuta al grande pubblico.

Questo misconoscimento, quasi più eclatante in Italia che all’estero, costituisce certamente una rilevante perdita non solo da un punto di vista artistico e letterario, ma anche formativo ed educativo, essendo la Bono (come scrittrice e come donna) un testimone significativo e pregnante della nostra epoca per il suo impegno civile, per la valorizzazione della dignità donna nella società e nella cultura, per la sua profonda e matura fede cristiana, e per il suo straordinario talento.

Nel 1979, in occasione delle prime elezioni europee, Giovanni Spadolini presentò la Bono nella lista dell’allora Partito Repubblicano Italiano e in tale circostanza la Bono fece un intervento intitolato "EUROPA EUROPA, NON FARTI RAPIRE DAL TORO", che oggi, alla luce della complessa realtà politica internazionale, risulta ancora attuale e addirittura profetico.

La vasta produzione letteraria della Bono spazia dal romanzo al teatro, dal racconto alla poesia e nasce da un profondo spirito di servizio alla Parola (con la P maiuscola – diceva - nel segno di Colui che ha voluto chiamarsi “Verbo” che si è fatto carne), sostenuto da una dotta rigorosità intellettuale e culturale. Nasce cioè da una vera e propria "chiamata" all’ascolto che la porta a comprendere che (citando Michelangelo) “nella poesia è come nella scultura: si tratta di togliere parole, non di aggiungerle”.

I filoni tematici sono diversi e, pur nella continuità di stile che li rappresenta, si possono così riassumere: intimistico; religioso – o di derivazione biblico-cristiana; classico; civile e storico; orientale.

"Da ragazza avevo pensato di entrare in convento – mi ha raccontato la Bono in occasione di uno dei nostri frequenti incontri – ma quando capii che la mia vocazione era quella di scrivere chiesi una sola cosa al Signore: se così deve essere, fa che non scriva mai una sola parola inutile". Ed infatti, se c’è una cosa che colpisce tutti nell’opera della Bono è proprio la pulizia e l’essenzialità delle parole, usate in modo estremamente preciso, asciutto, stilisticamente perfetto, mai compiacenti e compiaciute, mai retoriche, ridondanti o giudicanti, ma sempre e solo fedeli a quell’ascolto imperioso che diventa anche una grande responsabilità nei confronti della Verità e degli uomini e donne del proprio tempo.

Colei che, sfollata a Bertigaro dopo l’8 Settembre, ha preso parte giovanissima alla Resistenza come stata staffetta partigiana nella 6^ zona operativa comandata da Aldo Gastaldi “Bisagno”, ha sempre mantenuto alta la memoria dei suoi cari compagni morti per la libertà scrivendo per loro fra le sue più belle ed universalmente apprezzate poesie. Ne ha portato avanti la missione rivolgendosi sempre in modo particolare ai giovani, che amava e che l’amavano, che comprendeva e che la comprendevano, ai quali diceva di coltivare la speranza difendendo sempre e comunque la vita, anche e soprattutto quando tutto sembra essere perduto o compromesso.

E’ questa la vera resistenza (storica e meta-storica): scegliere la vita. Scegliere il bene, seminando con ostinata pazienza “il buon grano di cui si alimenta la vita dell’uomo”.

© di Stefania Venturino

…"La Storia è un mare in cui anche i giganti vengono sommersi dalle tempeste da loro stessi provocate. Ma la Storia è, altresì, non solo il vastissimo campo insanguinato dove giacciono assieme ai giganti combattenti, anche gli incolpevoli, travolti da forze e ragioni a loro estranee. La Storia è anche il piccolo campo lavorato con grande stento e sudore dai poveri, dagli umili che con ostinata pazienza tornano a seminare il buon grano di cui si alimenta la vita dell’uomo"….

Elena Bono (tratto dalla presentazione dell’autrice de "Le spade e le ferite")

 

 

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